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gigliottiIl Matera guida il campionato di Serie D nel girone H e a molti tifosi sembra già di rivivere, scaramanzie a parte, la vittoriosa stagione 1990-91 che sancì il ritorno del Matera tra i professionisti dopo la retrocessione del 1987.
Il campionato in corso è ancora lungo e non ci si può illudere, ma sognare non costa nulla e per farlo l'ideale è rivivere quei momenti con chi era sul campo con la maglia biancazzurra. MateraCalcioStory ha contattato telefonicamente un grande ex del Matera di Pasquino, il centrocampista Francesco Gigliotti.

Franco segui ancora il Matera? Pensi che questa annata possa concludersi finalmente con una gioia?
Seguo ancora con grande affetto il Matera, porto ancora nel cuore il club e l'intera città. Sono convinto che questo campionato possa concludersi nel migliore dei modi perché in cielo c'è un angelo che prega per la squadra e per tutti i tifosi biancazzurri e mi riferisco ovviamente al grande amico Renato Carpentieri. Io non posso fare altro che unirmi a lui nel tifo e nella preghiera per il Matera.

Rispetto al 1990-91 il girone in cui si trova attualmente il Matera è prevalentemente campano invece che calabrese. Pensi ci siano anche altre differenze oltre a quelle geografiche?
La prima differenza che mi viene in mente riguarda il livello di gioco. Oggi la Serie D è peggiorata qualitativamente per via delle regole che impongono l'uso di parecchi under, all'epoca le squadre venivano allestite per vincere tutto e subito, ingaggiando prevalentemente giocatori esperti e sembrava di giocare una buona Serie C invece che l'Interregionale. Ovviamente le possibilità di vincere oggi restano immutate perché le regole valgono per tutti.
Per il resto direi che anche a livello ambientale le cose sono cambiate. Oggi ci sono ancora alcune piazze con molto seguito ma nei primi Anni Novanta nella maggioranza dei campi l'atmosfera era veramente pesante per le squadre ospiti. Noi però avevamo gli attributi per imporci anche fuori casa, esattamente come fu per il ritorno dello spareggio a Gangi dove riuscimmo nell'intento di difendere il vantaggio della gara di andata annullando il fattore campo. Certamente anche il campo di Matera era un campo difficile per le squadre e le tifoserie ospiti e questo dava a noi giocatori una carica incredibile in tutte le partite del campionato.

Secondo te che cosa aveva quel Matera di speciale?
Non avevamo segreti per vincere: eravamo, senza giri di parole, una grande squadra. Mario Salerno e Carlo Marinaro allestirono una rosa con giocatori di alto livello, molti dei quali sono finiti in C1 e qualcuno addirittura in B. Poi a orchestrare il tutto c'era un grande allenatore come Marcello Pasquino che, oltre alla buona impostazione tattica, riuscì a creare un gruppo veramente solido che non si è bloccato davanti a nessun ostacolo. Ricordo a tal proposito l'avvio di campionato non facile con una sconfitta a Pisticci al termine della quale i tifosi materani volevano addiritttura aggredirci ma nonostante questa difficoltà iniziale siamo rimasti uniti e abbiamo raddrizzato le cose.

Attualmente di cosa ti occupi? Sei rimasto nel mondo del calcio?
Il mio lavoro adesso è quello di autista di autobus però sono ancora legato al calcio e alleno anche alcune formazioni giovanili della Vigor Lamezia. Inoltre trovo anche il tempo di mettere le scarpette e partecipare a vari tornei amatoriali della FIGC riservati alle categorie ''over''.

Per concludere, un saluto ai lettori di MateraCalcioStory.
Un abbraccio a tutti i tifosi materani, come ho già detto sono ancora legatissimo alla città e quando mi invitano ci torno sempre volentieri. All'inizio della mia esperienza a Matera c'era un po' di diffidenza nei confronti miei e di altri compagni di squadra calabresi ma quando i tifosi ci hanno conosciuti meglio il rapporto che si è creato è stato unico e indescrivibile. A proposito, se un giorno dovessero chiamarmi ad allenare anche le giovanili o come allenatore in seconda, verrei a Matera a piedi!

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