Questo sito utilizza i cookie per migliorare servizi e esperienza dei lettori. Se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Submit to DeliciousSubmit to DiggSubmit to FacebookSubmit to Google BookmarksSubmit to StumbleuponSubmit to TechnoratiSubmit to TwitterSubmit to LinkedIn

Intervista a cura di Nicola Salerno

franco selvaggi juniores  
Un giovanissimo Franco Selvaggi con lo scudetto Juniores conquistato dalla Gianni Rivera nel 1972  

Questa settimana intervistiamo colui che ancora oggi può essere considerato il calciatore più rappresentativo della Basilicata; un ragazzo di Pomarico che, partito diciottenne dal vivaio della Gianni Rivera di Matera, dopo nove anni è arrivato a vestire la maglia della Nazionale azzurra campione del mondo di Spagna ’82.

Franco, ci racconti qualche episodio da ricordare della tua luminosa carriera?

Nel 1972 esordii in Serie A a 19 anni nell’incontro tra Fiorentina e Ternana; già di per sé l’esordio non si scorda mai, poi giocare così giovane contro la squadra di Antognoni e De Sisti e ricevere un quadro come premio per il miglior giocatore in campo mi diede una grandissima iniezione di fiducia ed una forte spinta a continuare e far bene. Misi a segno il primo gol in massima serie contro la Juventus di Zoff, Capello e Bettega, e questo fu un altro segnale; per me che provenivo da una piccola regione del Sud era l’inizio di un sogno.

Non tutti sanno che in seguito sono stato anche tesserato nel Matera per qualche giorno; infatti nell’estate del 1979 il presidente del Taranto Fico aveva deciso di lasciare la presidenza degli jonici e, non potendo cedermi lui direttamente al Cagliari, mi appoggiò al Matera con l’accordo del presidente Salerno. Fui così ufficialmente per brevissimo tempo un calciatore del Matera ed il Cagliari versò la cifra per il mio acquisto al Matera, che naturalmente girò tutto al presidente Fico. Grazie a questa operazione, il club lucano ricevette poi dal Taranto Bussalino. Con il senatore Salerno avevo un rapporto speciale; quando giocavo nel Taranto quasi ogni lunedì andavo a parlare con lui, ho sempre avuto grande stima verso di lui come uomo e come presidente. Per me era il presidentissimo, e lui mi diceva sempre che ero il suo sogno proibito, ma che alla fine era contento così per me perché avevo potuto subito spiccare il volo verso palcoscenici importanti. La figura centrale e fondamentale della storia calcistica materana è senza dubbio Ciccio Salerno.

Oggi a distanza di oltre trent’anni hai un erede, un altro lucano nella Nazionale azzurra, il metapontino Simone Zaza. Cosa ne pensi?

Credo che un mix tra le caratteristiche mie e quelle di Simone costituirebbe un attaccante perfetto. Sono felicissimo per Simone, sono convinto che attualmente è tra le migliori punte del panorama italiano, ha una forza spaventosa. Al suo esordio in Nazionale ero nel suo stesso albergo a Bari, sono andato ad abbracciarlo e gli ho fatto un grosso in bocca al lupo perché da quel momento lui avrebbe raccolto la mia eredità; quando un lucano arriva ad eccellere nel suo campo è sempre una gioia, ed io gli auguro ogni bene, può davvero avere una grande carriera.

Parliamo del tuo rapporto con il Matera: ci hai raccontato del tuo tesseramento fittizio in maglia biancazzurra, poi i destini si sono incrociati un paio di volte. Come è andata?

  selvaggi corrieri
  Aprile 1989, Selvaggi fotografato prima di un'amichevole tra Matera e vecchie glorie al XXI Settembre con Mauro Corrieri

Sono stato il primo presidente dopo l’era Salerno; in seguito alle sue dimissioni nell’estate del 1987 ci fu una cordata che prese in mano la società, era una situazione di emergenza, ed io fui nominato presidente, naturalmente anche con l’assenso del mio predecessore. Fu una fase complessa che si chiuse l’anno successivo con una retrocessione a tavolino decretata dalla Lega per due rate di un mutuo federale contratto dalla vecchia società non versate; in realtà la documentazione bancaria prova che le carte erano in regola e quindi fu un’esclusione ingiusta. Da allenatore invece c’è stata solo una breve parentesi in Serie C2 nel 1996.

Al XXI Settembre ti lega anche un altro importante evento che si tiene ogni anno, la Coppa Scirea, della quale sei il presidente onorario.

Certamente sì, Matera è una città bellissima e chiunque la ama cerca nel proprio piccolo di dare lustro alla propria città. Il Torneo Scirea è ormai un torneo di grande prestigio, ogni anno ci sono richieste di numerosi club di prim’ordine, nella categoria under 16 è diventato il miglior torneo d’Europa, e da anni ormai anche Rai Sport ci assicura la sua presenza nella giornata inaugurale e per la finale; insomma anche lo sport può contribuire a portare in alto il nome della città che si prepara per essere una degna capitale della cultura.

Per terminare, vorremmo il tuo parere su questo campionato di Lega Pro e sul ruolo che può svolgere il Matera.

Innanzitutto ci tengo a fare un grandissimo elogio al presidente Columella, lui può davvero riportare il calcio materano ai fasti di un tempo, quindi dico senz’altro teniamocelo stretto. Il calcio è sempre un grosso veicolo pubblicitario, Matera è proiettata verso traguardi magnifici e questa società può fare la sua parte. Il Matera quest’anno sta facendo un campionato straordinario, ho parlato ultimamente con il mister Auteri, la squadra è solida e pratica un bel calcio, e senza dubbio può puntare ai play-off.

 

Nel ringraziare Franco, condividiamo il suo auspicio incrociando le dita già dalla prossima gara che vedrà ospite sul terreno di gioco del XXI Settembre-F. Salerno il Catanzaro, vecchia conoscenza di Selvaggi che è stato allenatore dei giallorossi nei primi anni ’90.