Danilo Mayer giunge a Matera nell’estate del 1967 a pochi giorni dall’acquisto di Nicola Chiricallo, due botti di fine campagna acquisti che completavano la rosa che al termine del campionato avrebbe conquistato la promozione in serie C.
Dopo gli esordi nello Jesolo, con cui disputa due campionati di serie D, passa al Matera dopo un braccio di ferro di mercato tra la formazione lucana e l’Ascoli. Alla fine la scelta di Mayer pende verso Matera dove trova l’allenatore Salar, originario delle sue stesse zone (veneto il difensore, triestino il mister).
Nella prima stagione conferma tutte le aspettative che i tifosi biancazzurri ripongono in lui: il Matera vince il campionato di serie D con soli dieci gol subiti in trentaquattro partite e il successo biancazzurro passa ovviamente dalla difesa, reparto che Mayer guida con autorità assieme ad elementi del calibro di Angelino Rosa, Mirvano Pertile e i portieri Quadrello e Antezza. Al centro della difesa fa coppia con lui Diego Giannattasio, all’epoca stopper prima di essere “trasferito” negli anni successivi a centrocampo, dove ricoprirà il ruolo di mediano.
L’anno seguente Mayer passa al Brindisi ma la parentesi dura solo una stagione e nel 1969 torna in terra lucana, dove trova come allenatore l’ex compagno di squadra Nicola Chiricallo e in difesa forma una nuova coppia centrale di ferro con lo stopper Nicola Loprieno.
Sempre titolare inamovibile, alla fine delle sue quattro annate al Matera, in cui ottiene una promozione in C e tre salvezze, vanta centoquarantasette gettoni di presenza in gare di campionato, un bottino invidiabile coronato anche da tre reti.
Mayer, a destra, insieme a Gambi nel 1971-72. |
Libero di grande prestanza fisica difficilmente superabile nel gioco aereo, si faceva apprezzare dal pubblico anche per una tecnica e un’eleganza nei movimenti inusuali per un difensore. Non solo, Mayer riusciva anche a impostare il gioco cominciando l’azione dalle retrovie e supportando il lavoro dei centrocampisti.
Dopo la lunga e soddisfacente parentesi materana si trasferisce al Siracusa e successivamente al Lecce; in giallorosso vince una Coppa Italia di serie C e una Coppa Italo-Inglese (competizione non più esistente a cui prendevano parte le vincitrici delle coppe nazionali di terza divisione) ma soprattutto ottiene una promozione in B al termine del campionato 1975-76. Dopo due stagioni in cadetteria a Lecce torna dalle sue parti nel finale di carriera, al Treviso prima e allo Jesolo degli esordi dopo.
Dopo aver appeso le scarpe al chiodo non rimane nel mondo del calcio e torna a fare il meccanico come prima di iniziare la carriera da sportivo professionista. In realtà anche durante la sua permanenza a Matera aveva chiesto di poter lavorare part-time in un’officina del posto ma non riuscì a trovare alcun posto di lavoro, anche perché la società preferiva avere un calciatore a tempo pieno.
Il figlio di Mayer, Mauro, ha avuto una buona carriera da calciatore: ha indossato le maglie di numerose squadre tra cui Treviso, Pergocrema, Giarre, Ternana, Pistoiese e Modena prima di intraprendere la carriera di allenatore. Attualmente allena una formazione giovanile del Sassuolo.
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