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Nicola SalernoNella classifica dei migliori direttori sportivi della Serie A stilata dal sito calciomercatoweb.it, il materano Nicola Salerno è risultato il secondo dopo Beppe Marotta della Juventus. Questo è solo l'ultimo riconoscimento dopo una lunga serie di risultati importanti ottenuti sul campo ed è stata la chiusura col botto di un 2013 molto positivo per il dirigente che, dopo un campionato da incorniciare a Catania, sta nuovamente facendo bene a Cagliari, piazza dove già aveva lasciato ottimi ricordi in passato. Come materano ed ex dirigente del Matera, non poteva mancare su MateraCalcioStory una chiacchierata con il figlio dell'ex Presidente Franco Salerno.

Dai primi passi nel Matera ai palcoscenici più importanti del calcio italiano. Com'è iniziata la tua avventura nel mondo del calcio?
Per l'esattezza la prima volta che ho ricoperto l'incarico di Direttore Sportivo è stato a Ravenna in C2 nel 1986. In effetti a Matera ho mosso i primi passi da dirigente ma prevalentemente facevo apprendistato. Davo infatti una mano a chi in società c'era da prima e mi riferisco a mio padre che ricopriva l'incarico di Presidente e a mio zio che faceva il DS (Michele Salerno, ex giocatore della Libertas e fratello del Presidente, ndr). Un'esperienza fondamentale, ho imparato molte cose che mi sono state utili anche nelle stagioni successive.

Anche se vivi da tempo a tanti km dai "Sassi", segui ancora la squadra della tua città?
Si, seguo sempre il Matera con un certo attaccamento. Purtroppo in questa stagione la squadra ha incontrato qualche difficoltà ma credo che la lotta per il primo posto del girone H della Serie D sia ancora molto aperta. Anche se il Marcianise è una buona squadra con un Presidente potente e capace, sono certo che anche il Matera, il Taranto e la Turris se la giocheranno fino alla fine per salire.

L'anno prossimo la Lega Pro torna all'antico con la categoria unica. Pensi possa avere ricadute positive sull'intero movimento?
Il ritorno alla Serie C unica è positivo perché il numero troppo elevato di club professionisti che abbiamo avuto in Italia negli ultimi anni non è più sostenibile visto il contesto economico. Non è casuale se ogni estate assistiamo a molti casi di tracolli finanziari da parte delle società. Spero che con questa riforma si possano quindi risolvere i problemi di questa categoria che comprendono comunque anche altre situazioni, come le regole che hanno relegato molti giocatori validi ai margini o alle categorie inferiori e allo stesso tempo lanciato un numero di giovani under alle prese con ostacoli superiori alle loro possibilità.

Torniamo alla Serie A: il "tuo" Cagliari potrà ripetere le imprese del Catania nella scorsa stagione?
Il Cagliari naviga in acque discrete da parecchio tempo e in questa stagione si cercherà di mantenere gli standard abituali degli ultimi campionati. Per il momento la salvezza rimane l'obiettivo ufficiale, sono convinto che puntare troppo in alto potrebbe rivelarsi rischioso. Per come sta andando il campionato quest'anno, bastano due o tre risultati negativi per rimettere in discussione tutto il lavoro fatto fino a quel momento e rimanere invischiati nelle zone più pericolose della classifica.

Hai ottenuto promozioni e salvezze in mezza Italia, da Licata a Messina a Catania a Cagliari... solo per citare alcune piazze. Qual è il risultato più importante che hai centrato in carriera?
Promozioni e salvezze sono tutte belle ma permettimi di dire che cerco di tenere bene a mente anche le stagioni più anonime o meno fortunate per trarne esperienza in qualsiasi caso. Tuttavia, se proprio devo ricordare un momento in particolare della mia esperienza che mi ha regalato grande soddisfazione mi sento di rispondere la promozione dalla Serie B alla Serie A con il Cagliari.