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Intervista a cura di Nicola Salerno

adorisioQuesta settimana incontriamo per la consueta intervista di MateraCalcioStory Paolo Adorisio, infaticabile centrocampista classe 1965, uno degli esponenti della nutrita schiera di materani purosangue che militarono nelle file biancazzurre nel corso degli anni ’80.

Paolo, come è iniziata la tua avventura nel F.B.C. Matera?

Sono diventato calciatore quasi per caso: da giovanissimo giocavo in Terza Categoria solo la domenica, senza allenarmi, e nel 1983 appena diciottenne fui preso dal Pro Matera che partecipava al campionato di Promozione lucana. Un giorno Angelo Angelino, allenatore-giocatore dei rossoneri, mi fece entrare in campo e dopo la partita vinta, chiamò i calciatori ad uno ad uno e mi consegnò una cosa per me inaspettata, il premio partita, e poi mi “costrinse” ad allenarmi anche durante la settimana; diventai così un calciatore. Disputai il campionato 1983-84 con il Pro Matera, con cui arrivammo secondi ad appena un punto dal Policoro, e nel 1984 passai nel Matera del sen. Salerno, diventando un professionista. L’esperienza calcistica per me è tutta un bel ricordo, sia perché ero molto giovane sia perché il calcio mi ha aiutato a socializzare, a crescere, a conoscere tante persone, cosa tanto più importante per me che avevo un carattere introverso ed a volte ingenuo. Il calcio è stato divertimento puro, anche se comunque sono riuscito a guadagnare qualcosa ed a mettere qualche risparmio da parte.

Quali sono i tuoi ricordi più belli dell’esperienza calcistica in biancazzurro?

I ricordi sono tantissimi. Ho conosciuto persone speciali come il senatore Salerno, che pur tra tante difficoltà è riuscito per lungo tempo a fare calcio nella nostra città; malgrado io abbia giocato negli ultimi anni della sua gestione e malgrado la retrocessione del 1987, la sua figura è stata e resta straordinaria per il calcio materano. Sotto la sua gestione la programmazione era una regola, il vivaio era curato e riuscì a tirar fuori tanti calciatori fatti in casa. Ho avuto compagni di squadra importanti, tra tutti cito La Palma, Sassanelli, e Franco Mancini, al quale va un pensiero ed un ricordo speciale; ho avuto fior di allenatori come Giannattasio al mio primo anno, o Alberto Zaccheroni chiamato da Nicola Salerno, figlio del senatore, come direttore tecnico nell’ultima parte della stagione 1986-87. Ho vissuto gioie e dolori, come la retrocessione del 1987 avvenuta all’ultima giornata, quando eravamo una squadra di ragazzini, e la promozione conquistata a Gangi, dove giocai la mia ultima partita da calciatore e piansi di gioia.

Nel 1988, dopo quattro anni, hai lasciato la prima volta la casacca biancazzurra per tornare nel 1990.

Quell’anno l’allenatore doveva essere Sciannimanico, poi lui fu chiamato dalla Ternana ed arrivò Gagliardi che portò con sé diversi calciatori. Io fui ceduto in prestito al Pisticci, dove giocai per due anni con De Canio allenatore e giocatore. Anche quei due anni furono molto belli, il primo anno vincemmo il campionato di Promozione e l’anno seguente conquistammo un ottimo terzo posto in Interregionale. Nel 1990 Mario Salerno e Carlo Marinaro mi rivollero a Matera, e sebbene Pasquino non mi conoscesse mi fece giocare diverse partite, e posso dire di essere stato anch’io tra i protagonisti della vittoria di quel campionato Interregionale. Ho lasciato il calcio giocato subito dopo Gangi, per me era il momento giusto per appendere le scarpette al chiodo, anche se anni dopo ebbi una breve esperienza con il neonato Materasassi dell’avvocato Ripoli, che iniziava a ricostruire il calcio materano ripartendo dall’Eccellenza.

Cosa significa per un materano indossare la maglia del Matera?

Quando ero piccolo sognavo di giocare nel Matera, quindi ho realmente coronato un sogno. Ho un gran bel ricordo dei tifosi materani, critici ma con compostezza ed a giusta ragione nei momenti no, e calorosi nei momenti vincenti come l’anno della promozione in C2, e lo stanno dimostrando ampiamente quest’anno con il loro entusiasmo. C’è da dire che è sempre difficile essere profeti in patria, ovunque il pubblico è portato ad essere più “severo” con i ragazzi locali, e lo stesso è avvenuto per tanti ragazzi materani che hanno giocato insieme a me i quali non avevano nulla da invidiare ad altri giocatori venuti da fuori, ma io personalmente ho sempre apprezzato la passione dei nostri tifosi e non ho mai avuto problemi con loro.

Concludiamo con uno sguardo al presente; segui il Matera attuale? Vuoi mandare un messaggio ai nostri lettori?

Certamente sì, sono tifoso del Matera e sono molto contento che la squadra abbia raggiunto un livello consono alla città, mi auguro che si mantenga a lungo a questi livelli che ci permettono di vedere un ottimo calcio. Ringrazio l’attuale società che ha fatto sì che a Matera tornasse il calcio professionistico, e vorrei anche fare un ringraziamento particolare a voi di MateraCalcioStory, una vera enciclopedia del calcio materano che ci consente di andare a rivedere anno per anno volti, immagini, calciatori e avversari di ogni epoca.