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Intervista a cura di Nicola Salerno

caldarolaDanilo Caldarola, centrocampista molfettese classe 1964, giocò nel Pro Matera nella stagione 1988-89 e per un breve spezzone del campionato successivo, prima di rientrare nella sua città.

Danilo ci racconti quel Matera e quella stagione sfortunata?

Quella è stata una delle squadre più forti in cui io ho giocato, insieme al Molfetta dell'anno successivo; ci divertivamo e c'erano giocatori di livello, sprecati per la categoria, ma purtroppo all'epoca si doveva fare più gavetta rispetto ad oggi e quindi era difficile raggiungere certi traguardi. Benchè io abbia giocato per poco più di un anno, sono rimasto legatissimo alla città, alla gente, mi sono trovato benissimo. Arrivai in estate nel Pro Matera, neopromossa nel campionato Interregionale, ma subito dopo ci fu la fusione tra Pro Matera e F.C. Matera, e scelsero i migliori delle due squadre per formare il nuovo organico: dal Pro Matera passammo in quattro, io, Corrieri, Catacchio e D'Ambrosio. Lo snodo cruciale di quel campionato fu a mio avviso la sconfitta di Cariati, era una partita che avremmo potuto vincere e che invece perdemmo con un rigore inventato al novantesimo; la beffa arrivò qualche giorno dopo quando, a causa delle nostre proteste e degli incidenti avvenuti a fine partita, subimmo diverse squalifiche e dovemmo giocare il successivo match in casa contro l'Altamura senza il portiere e la difesa titolare. Inoltre arrivammo deconcentrati a quella partita perchè eravamo convinti che non si giocasse a causa della neve, ed invece la partita si giocò e, con una squadra decimata dalle squalifiche, perdemmo consentendo a loro di avvicinarsi alla vetta. Da allora cominciò la loro rincorsa che culminò con l'ultima giornata in cui pareggiammo a Noicattaro contro un avversario che giocò alla morte contro di noi pur di strapparci un punto, nonostante non avessero più nulla da chiedere alla classifica; peccato perchè quell'anno eravamo noi i più forti.

Oltre a Matera quali sono state le tappe più significative della tua carriera?

Ho  giocato quasi sempre nella mia città, Molfetta, dove ho fatto tutta la trafila dalla Promozione alla C2, e vivendo le tre esaltanti stagioni della risalita nei professionisti. In quegli anni Molfetta era una piazza ambita, organizzata, con diversi giocatori che venivano da fuori, infatti eravamo solo in due molfettesi in squadra. Insieme alla stagione nel Matera sono state le mie esperienze migliori da calciatore. Cito anche una bella esperienza vissuta con la Nazionale Dilettanti, con cui poco prima di arrivare a Matera feci una tournee in Canada dove affrontammo i Toronto Blizzard, la Nazionale canadese e la Stella Rossa Belgrado con un giovane Savicevic.

Hai mantenuto qualche legame con il mondo del calcio quando hai terminato di giocare?

  corrieri caldarola
  Caldarola esce dal campo insieme al suo compagno di squadra e concittadino Mauro Corrieri

Nel 1996 ho avuto la rottura del crociato anteriore, allora le carriere erano più brevi perchè il lato atletico era meno curato di oggi ed il fisico si usurava prima, e così a trentadue anni smisi di giocare. Mi sono dedicato alla scuola calcio, insegnare ai bambini è divertente e gratificante; solo i genitori sono a volte un ostacolo quando pretendono troppo dai loro figli, bisogna lasciare spazio e libero sfogo alla fantasia dei bambini. Per il resto ho lasciato completamente il mondo del calcio e mi limito a seguire da spettatore le vicende calcistiche; ad esempio ultimamente sono stato a Bisceglie, dove la squadra del mio amico mister Ragno ha festeggiato la promozione in Lega Pro, ed ho seguito anche le vicissitudini del Taranto, essendo amico sia di Aldo Papagni che di Pantaleo De Gennaro, che incredibilmente ha avuto un crollo nel finale arrivando all'ultimo posto.

Giungiamo alla fine della nostra chiacchierata con uno sguardo sul Matera Calcio di oggi.

Sono sempre restato un tifoso del Matera; peraltro voglio raccontare un aneddoto risalente ai miei esordi calcistici, quando ero sedicenne e giocavo a Noicattaro. In squadra per un breve periodo giocai insieme a Luciano Aprile, bandiera del Matera della serie B, persona molto a modo e sensibile che mi diceva che calciavo la palla in modo speciale, e seppur con un movimento particolare facevo dei lanci perfetti. Ho giocato insieme a lui in coppa Italia e poi le strade si divisero, ma mi è rimasto impresso questo calciatore che era stato un'icona del Matera; da lui, incontrato agli esordi della mia carriera calcistica, voglio prendere spunto per fare un grandissimo augurio al Matera di risalita in serie B per rinverdire i fasti di allora e per regalare alla città, che ormai ha grande visibilità a livello europeo, una gioia che merita; la squadra quest'anno era partita alla grande, poi c'è stata purtroppo una flessione nel girone di ritorno che non ha permesso di conservare il primato. Adesso sotto con i play-off e in bocca al lupo ai biancazzurri!