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Intervista a cura di Sandro Veglia

selvaggi corrieri  
Corrieri insieme a Franco Selvaggi in occasione di un'amichevole tra Matera e vecchie glorie del 1989   

Mauro Corrieri, attaccante nativo di Molfetta dotato di ottima tecnica e di un gran sinistro, militò nel Pro Matera nella stagione 1988/89 mettendo a segno sei reti in campionato.

Parlaci dei tuoi primi passi e della successiva evoluzione della tua carriera calcistica.

Sono arrivato direttamente nella Primavera del Bari nel 1978, e nella stagione 1979/80 ho avuto l'occasione di esordire in prima squadra in serie B, quando alla guida c'era Mimmo Renna. Nel Bari sono rimasto per tre stagioni, anche sotto la guida di Enrico Catuzzi. Nel 1981/82 sono passato alla Reggina in C1 in prestito, e ho trovato come allenatore Franco Scoglio. Poi successivamente ho vestito le maglie di Rimini (C1), Foligno (C2), Bisceglie dove ho avuto Franco Dibenedetto come allenatore vincendo il campionato Interregionale, quindi Molfetta due anni e poi Matera o Pro Matera come vogliamo chiamarlo.

Bene Mauro, siamo giunti a noi: raccontaci un po' quell'annata.

Giunsi a Matera con Danilo Caldarola e Beppe Catacchio. Fummo contattati dall'allora allenatore Roberti del Pro Matera. Sarebbe stata un'annata all'insegna del puro divertimento nel senso che l'obiettivo principale era la salvezza, ricordando che il Pro Matera era una matricola in Interregionale nel campionato 1988/89. A preparazione in corso, però, fummo informati dai dirigenti del Pro Matera che era in atto una fusione con il Matera, quello storico dell'ex presidente Franco Salerno. Era palese tra noi calciatori del Pro Matera che molti sarebbero dovuti andare via, anche perché la fusione delle due società avrebbe portato ad obiettivi più ambiziosi, in pratica la vittoria del campionato. Ripeto, il Pro Matera aveva allestito una squadra a salvarsi e a divertirsi. La fusione avvenne e del Pro Matera rimanemmo io, Caldarola, Catacchio, Chionna e Roberti che rimase come allenatore in seconda del mister Franco Gagliardi. Per me Matera è stata una parentesi di vita bellissima, una città magica e affascinante, ricca di storia così come la Basilicata, gente per bene e con lo stadio XXI Settembre sempre pieno la domenica. Sono stato anche capitano quell'anno e la cosa mi ha inorgoglito ancora di più. Cominciai come prima punta in quanto Budroni, l'attaccante di ruolo, non fu subito disponibile, ma dopo il suo recupero da un infortunio mister Gagliardi mi utilizzava spesso anche come centrocampista. Un campionato che per tre quarti abbiamo dominato, segnando molto e soprattutto divertendo il pubblico.

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  L'intera squadra biancazzurra festante sul terreno di gioco innevato del XXI Settembre

Per tre quarti, quindi, ma poi Mauro cosa è successo? A 30 anni di distanza, qui a Matera non ci siamo dati risposte.

Spiegazioni certe anche a distanza di 30 anni non so darne. Sicuramente qualcosa nell'ultima fase del girone di ritorno (3-4 partite) è successa. Anche l'atteggiamento e i modi di impostazione delle partite diventarono più superficiali così come il comportamento del mister nei confronti di noi tutti diventò decisamente meno partecipativo. Lui era un tipo estroverso, scherzoso, si fermava spesso a parlare con noi di calcio e di altro. Ma poi, questo suo modo di fare cambiò: tra compagni di squadra ci chiedevamo il perché. Di conseguenza, perdemmo per strada alcuni punti e si arrivò all'ultima partita decisiva a Noicattaro dove noi pareggiammo e l'Altamura vinse superandoci di un punto e vincendo il campionato all'ultima giornata.

Noicattaro dunque, cosa successe quel giorno? Ricordiamo che se avessimo vinto quella partita, avremmo fatto lo spareggio per salire in C2 con l'Altamura.

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I due capitani Loiacono (ex di turno) e Corrieri prima del big match tra Altamura e Pro Matera terminato 0-0  

Prima, durante e dopo quella partita successero cose a dir poco equivoche e inspiegabili. Innanzitutto la formazione con me e Antonio Budroni bomber della squadra e del campionato insieme a Cancellato, i due attaccanti di ruolo, ci ritrovammo in panchina a sorpresa per una partita che dovevamo vincere a tutti i costi. Quando il mister ci comunicò le formazioni, non sentendo i nostri nomi rimanemmo esterrefatti, ricordo che il primo sguardo lo rivolsi con incredulità proprio a Budroni il quale abbassò la testa visibilmente deluso. Tieni presente che eravamo stati sempre titolari fino a quella partita ed io ero il capitano. Non nascondo che impulsivamente volevo chiedere al mister spiegazioni prima di andare in campo, come mai avesse schierato la squadra senza punte effettive, ma non volevo turbare una situazione che già al momento, agli occhi di noi tutti, era molto delicata.

Partita finita 1-1, l'Altamura vince con il Tricase e sale in C2 ai danni del Pro Matera che aveva avuto per tre quarti il campionato in tasca. È così?

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  Corrieri esce dal campo insieme al suo compagno di squadra e concittadino Caldarola

Sì, anche più di tre quarti purtroppo. L'unica risposta che posso darmi e dare ai tifosi, è che forse la società non era pronta al salto nei professionisti. Ripeto, è una mia supposizione, non penso ci fosse stato altro ma decisamente non fu un finale normale e soprattutto i tifosi e la città non lo meritavano. Peraltro nella stagione successiva (parliamo del 1989/90) ho cominciato la preparazione nel Matera con Carrano allenatore ma avevo altri obiettivi e programmi e dopo aver fatto tutta la preparazione andai altrove cercando di avvicinarmi il più possibile a casa. Optai per Corato in Interregionale in quanto intendevo completare e continuare gli studi interrotti anni addietro. Avevo 30 anni ormai. Fortuna e sfortuna volle, che dopo qualche partita subii un grave infortunio al ginocchio (crociato) che mi permise di dedicarmi completamente agli studi ma di lasciare definitivamente il calcio. Una cosa che i materani non ricordano, è che alla vigilia della stagione 1997/98, quando il Matera di Tafuni era in preparazione per il campionato di C2, l'allenatore era Pantaleo De Gennaro, ed io il suo secondo. Poi durante il ritiro e la preparazione precampionato arrivò la triste notizia della radiazione del Matera per illecito amministrativo, e di conseguenza tornammo tutti a casa. Insomma, una piccola parentesi anche da vice allenatore. Successivamente ho fatto esperienze come istruttore di scuole calcio e settori giovanili vari tra Molfetta e dintorni ma ben presto mi sono accorto che le modalità di approccio dei giovani al calcio erano decisamente cambiate, a mio parere in peggio, fino a smettere col calcio in assoluto e dedicarmi ad altro.

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Corrieri in tenuta da allenamento  

E oggi Mauro, cosa fai, corri ancora sulla fascia sinistra ogni tanto con gli amici?

Diciamo che impiego molto del mio tempo libero giocando a tennis, divertendomi e partecipando anche a competizioni. Nella vita, ormai da 25 anni sono un Docente di sostegno di scuola superiore presso l'istituto Alberghiero di Molfetta.

In conclusione, cosa auguri ai tifosi materani?

Di tenersi stretto il patrimonio calcistico della città. I tempi sono notevolmente cambiati, un campionato di serie C oggi costa tanto e il calcio in generale è in netta crisi evolutiva. Mi auguro che la nuova società faccia il meglio per la città, che gli imprenditori diano una mano e che i tifosi apprezzino tutto ciò.

E allora ci vedremo a Matera in qualche occasione?

Ripeto, Matera è una città stupenda, come tutta la Basilicata. Io spesso vengo con la mia famiglia e gli amici, anche in occasioni importanti come il capodanno di due anni fa per il concerto dei Dire Straits e il giro magico del Natale materano. Passeggiare per le vie di Matera è qualcosa di particolare, mi porta indietro nel tempo e risveglia ricordi importanti. Ogni volta che vengo è un emozionante tuffo nel passato... peccato non aver vinto il campionato quell'anno, sarebbe stata veramente la ciliegina sulla torta di un'esperienza indimenticabile.

Ringraziamo Mauro Corrieri per la disponibilità e per averci omaggiato di quella inconsueta maglia numero 13 da lui indossata in quel di Noicattaro.

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Il sinistro di Mauro Corrieri si insacca nell'angolino e il bomber biancazzurro corre a festeggiare con i compagni davanti alla panchina