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A cura di Francesco Salerno, foto dal web

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  Lo striscione commemorativo dei tifosi sambenedettesi

Una tragedia mai dimenticata. Una ferita da 40 anni mai rimarginata”. Così recita uno striscione esposto dai tifosi della Sambenedettese sotto la curva dello stadio «Fratelli Ballarin» eccezionalmente riaperto a quarant'anni esatti dalla peggiore tragedia avvenuta in un impianto sportivo italiano. Una fumogenata ha accompagnato il momento di commemorazione delle due vittime del rogo accidentale, la ventitreenne Maria Teresa Napoleoni e la ventunenne Carla Bisirri, a cui sono stati tributati anche uno stendardo e un murales.

Il caso ha voluto che il 7 giugno 1981 in campo contro la Samb ci fosse proprio il Matera e non possiamo esimerci dal ricordare anche noi i fatti avvenuti nel corso di quella drammatica domenica.

 

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I calciatori materani Generoso e Casiraghi sgomenti davanti alle fiamme  

L'ultima giornata del campionato di serie C1 1980-1981 è decisiva per i verdetti stagionali ancora mancanti e a San Benedetto del Tronto è in programma il match clou: da una parte ci sono i padroni di casa che si contendono con Cavese e Campobasso due soli posti per la serie B, dall'altra i lucani che devono vincere o pareggiare sperando in risultati favorevoli dagli altri campi per avere la meglio nella bagarre salvezza contro Cosenza, Livorno e Salernitana. Sportivamente parlando è una delle annate più deludenti della storia del Matera: nonostante le riconferme di diversi elementi chiave della promozione in serie B di due anni prima, reduci anche dalla seguente stagione cadetta, i biancazzurri si ritrovano a lottare per evitare il “doppio capitombolo” come lo definì Stefano Mele sulla Gazzetta del Mezzogiorno.

Nemmeno il cambio del tecnico Gennaro Rambone, sostituito con il tandem Antezza-Giannattasio (quest'ultimo nelle vesti di allenatore/giocatore), ha dato la svolta giusta al campionato ma la vittoria casalinga contro il Livorno alla penultima giornata lascia ancora qualche speranza ai tifosi materani.

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  La Samb a inizio gara con Zenga voltato verso la curva

Quando i giocatori di Samb e Matera escono dagli spogliatoi hanno giusto il tempo di scambiarsi i gagliardetti, la partita non comincia nemmeno. Dalla curva dei tifosi rossoblu arrivano scene impressionanti: la copiosa carta usata dai supporters per una coreografia, ben 7 quintali di materiale tra coriandoli e strisce, prende fuoco presumibilmente a causa di un mozzicone di sigaretta e in pochi secondi uno spaventoso incendio divampa, alimentato dallo scirocco che soffia sulla costa marchigiana, in un settore stracolmo di persone.

L'arbitro Tubertini di Bologna e alcuni giocatori in campo iniziano a comprendere la gravità della situazione (emblematica la foto di squadra della Sambenedettese che coglie l'attimo esatto in cui Zenga rivolge il proprio sguardo attonito verso la curva) e assistono sconcertati alle scene di panico tra la gente in fuga tra le fiamme per quindici interminabili minuti. Un quadro aggravato dagli assurdi ritardi nell'apertura dei cancelli di sicurezza e dal mancato funzionamento degli estintori e dei bocchettoni dell'acqua del settore curva.

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Un'altra immagine del terribile rogo con Pavese e Generoso attoniti  

Quando i pompieri riescono a spegnare gli ultimi focolai sono già partiti i primi elicotteri e le prime ambulanze verso i reparti “grandi ustionati” degli ospedali di tutta Italia, i feriti di varia entità sono in tutto 164. La polizia e le autorità presenti allo stadio invitano arbitro e dirigenti a far disputare comunque la gara per evitare che il deflusso degli spettatori intralci i soccorsi. Così la partita prende inizio, the show must go on, in un'atmosfera surreale condita da incertezza e paura per i feriti.

Per la cronaca la disputa sul rettangolo di gioco si conclude a reti bianche: il pareggio non basta al Matera ad evitare la retrocessione e la buona prova contro la corazzata allenata da Nedo Sonetti aumenta solo i rimpianti per le occasioni sprecate in campionato specie contro Rende, Giulianova e Campobasso. La Sambenedettese dal canto suo vive una situazione surreale in cui la soddisfazione per la promozione in serie B è sovrastata dalle notizie drammatiche che si susseguono fino alla comunicazione, dall'ospedale «Sant'Eugenio» di Roma, della morte di Maria Teresa Napoleoni (13 giugno) e Carla Bisirri (17 giugno). Sambenedettese-Matera entra così nella storia dalla porta sbagliata, quella della tragedia, la peggiore mai avvenuta all'interno di un impianto sportivo italiano.

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  Il vuoto all'interno della curva avvolta dalle fiamme 

Il lungo processo scaturito per accertare le responsabilità dei fatti porterà nel 1989 il tribunale di Ascoli a condannare a varie pene quattordici persone per omicidio colposo per le gravi carenze di sicurezza nello stadio e dieci anni più tardi il Ministero dell'Interno a risarcire economicamente i feriti e le famiglie delle vittime con circa 8 miliardi e mezzo di lire. Con modalità del tutto identiche a quelle del rogo del Ballarin meno di quattro anni dopo avverrà in Inghilterra il «disastro di Bradford»: a causa di un mozzicone o un cerino usato per accendere una sigaretta presero fuoco gli spalti in legno del vetusto stadio del Bradford AFC e morirono tra le fiamme 56 persone. Questo evento porterà a un progressivo rinnovamento di tutti gli impianti sportivi d'oltremanica. Anche a San Benedetto del Tronto lo stadio «Fratelli Ballarin» venne abbandonato definitivamente nel 1985 in favore del nuovo «Riviera delle Palme», un gioiello dell'architettura sportiva che visto dall'autostrada A14 sembra una versione ridotta dello stadio di San Siro.

Come tutti gli altri lavori di Materacalciostory questo articolo vuole rinnovare il ricordo di tutte le pagine della storia biancazzurra sebbene talvolta siano capitoli tristi. Il 7 giugno anche noi materani pensiamo sentitamente a quella maledetta domenica pomeriggio di quarant'anni fa in cui il calcio passò in secondo piano nonostante la partita fosse uno spartiacque importante della storia del nostro club. Dopo quel giorno le due squadre per le loro alterne fortune sportive si sono incontrate solo una volta, in C1 nel 1993-94, ma speriamo che un giorno si possa tornare a giocare contro la Samb anche per poter visitare di persona il percorso della memoria inaugurato proprio ieri in quello che rimane del vecchio Ballarin.